Industria 4.0 rappresenta il segnale di un nuovo percorso intrapreso dell’industria italiana sempre più orientata verso nuovi prodotti, ottimizzazione dei processi e tecnologie più evolute.
Stiamo parlando del progetto sull’Industria 4.0 e gli incentivi per la digitalizzazione delle imprese inseriti all’interno della nuova Legge di Bilancio 2018. Innanzitutto, anche nel 2018 sarà possibile richiedere il super ammortamento, l’iper ammortamento e le agevolazioni Nuova Sabatini.
Per quanto riguarda il super ammortamento, ovvero l’agevolazione per le imprese che acquistano nuovi beni strumentali, l’aliquota dell’incentivo passerà dal 140% al 130% per chi realizzerà un investimento dal 1° gennaio 2018 e fino al 31 dicembre 2018.
Prorogato anche l’iper ammortamento, l’incentivo per l’acquisto di beni ad alto contenuto digitale e interconnessi, al 250% con possibilità di ulteriore proroga e infine la Nuova Sabatini, l’agevolazione per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature, con un ulteriore finanziamento pari a 330 milioni di euro dal 2018 al 2023. Lo scopo di questa Legge di Bilancio 2018, all’interno del quadro dell’industria 4.0, è quello di sostenere la digitalizzazione di piccole e medie imprese. Le tre parole chiave sono formazione, innovazione e ricerca e tra i protagonisti troviamo il “fondo per il capitale immateriale, la competitività e la produttività” e il credito di imposta per la formazione.
“Fondo per il capitale immateriale, la competitività e la produttività”
Istituito per il finanziamento di progetti di ricerca e innovazione partirà con 5 milioni per il 2018 e sarà dotato di ulteriori 250 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019. Come recita l’articolo, il fondo è destinato a finanziare:
a) progetti di ricerca e innovazione da realizzare in Italia ad opera di soggetti pubblici e privati, anche esteri, nelle aree strategiche per lo sviluppo del capitale immateriale funzionali alla competitività del Paese;
b) il supporto operativo ed amministrativo alla realizzazione dei progetti finanziati ai sensi della lettera a), al fine di valorizzarne i risultati e favorire il loro trasferimento verso il sistema economico produttivo.
Credito d’imposta di formazione
Fondamentale la valutazione delle proprie competenze digitali per ogni impresa che deciderà di porsi all’interno del panorama industriale, reso sempre più competitivo dalla ‘’quarta rivoluzione’’. Verrà riconosciuto un 40% delle spese sostenute dalle imprese che investiranno nella formazione dei propri dipendenti. Il credito di imposta avrà un importo massimo pari a 300.000 euro. Tra le attività di formazione interessate troviamo:
- integrazione digitale dei processi aziendali
- robotica avanzata e collaborativa
- cyber security
- sistemi cyber-fisici
- prototipazione rapida
- sistemi di visualizzazione e realtà aumentata
Il percorso di formazione non si ferma solo alle aziende ma investe anche i futuri lavoratori con la promozione del sistema di formazione terziaria non universitaria e la collaborazione fra università e imprese, e anche fra le stesse università. La proposta consiste nell’aumentare il fondo per gli Istituti tecnici superiori con l’obiettivo di moltiplicare per cinque gli attuali immatricolati. Inoltre propone di istituire corsi di promozione della materie STEM nelle scuole superiori.
Ad esempio, tra le Università in Emilia Romagna è nato un progetto fra quattro università (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma), e le aziende della Motor Valley portando alla luce la Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER) che sta facendo partire sei corsi di laurea con specializzazioni 4.0: Advanced Powertrain, Advanced Motorcycle Engineering, Advanced Sportscar Manufacturing, High Performance Car Design, Racing Car Design e Advanced Automotive Electronic Engineering.
Il progetto per l’industria 4.0 appare una sfida da parte di un Italia che vuole rilanciare la propria industria sia sul territorio ma anche all’estero attraverso degli investimenti volti ad aumentare la consapevolezza delle imprese e del loro potenziale in vista di una crescita sempre maggiore. A prima vista si pone sicura di non voler sacrificare il capitale umano per quello tecnologico ma anzi si propone come una buona via di mezzo tra i due: era facile incappare nell’errore di sacrificare i lavoratori a favore un’innovazione sempre più tecnologica, ma questo non è il suo caso. Essa punta infatti su una formazione a tutto tondo, come abbiamo visto, a partire dalla scuola e arrivando all’impresa con interessanti incentivi. La quarta rivoluzione, come è stata definita, è ormai in atto e non dobbiamo fare altro che entrare nella corrente del progresso.
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